Hello world!

Torno qui … in questo posto .. pronto ad accogliermi ancora

Torno … a me stessa … dopo mesi di silenzio .. di attività, di cose, di incontri e di scontri e di persone e di eventi e di lavoro intenso …

Torno qui … per respirare tra bit e byte e ritrovarti … e ritrovarmi …  e ti scrivo ancora perchè so che ci sei e mi leggi .. e farai in modo da esserci sempre perchè io possa scrivere ancora  … e tu leggermi ancora

Nulla dies sine linea … me lo ero imposto … e poi non ce l’ho fatta

Ti racconto .. che sto bene … mi sento stanca ma sto bene e sono grata per questo … sono molto affaticata e mi sento un pochino appesantita .. non è mai abbastanza quello che faccio e quello che sono e questo mi ruba energie e fiato e respiro … dovrei imparare … dovrei prendermi meno sul serio e prendere le cose meno sul serio … be light! … ma ce la farò … diventerò una vecchia saggia con il tempo e ti racconterò di esserci riuscita .. con il tempo …

Oggi il cielo non è terso come ieri ma si respira .. l’aria è profumata .. riesco a sentirmi dentro … dove sei oggi? Mi piacerebbe figurarti in un luogo … se solo potessi raccontarmi una storia … come un tempo in cui accendevamo candele e raccontavamo storie incredibili .. e inenarrabili .. e intraducibili … come me … e come te …  e come noi … ci siamo ancora .. noi … il tempo si è fermato …  su quella storia … l’ultima …

A maggese

“Io sto molto bene, grazie. Gli ultimi dodici mesi sono stati forse i più complicati della mia vita.

Ho affrontato cose importanti, ho pianto, gioito e tutte quelle cose lì che fate voi persone compatibili con la società civile.

Tutto questo mi ha reso una persona più vulnerabile e per questo più completa. Ha anche drenato le mie energie costringendomi a ridurre le cose online al minimo indispensabile, inclusa questa newsletter che è passata in secondo piano.

La mia psico dice che sono stato a maggese.

Dice che ho lasciato riposare il terreno perché tornasse fertile.

Dice che a volte è necessario – quando la terra si inaridisce – restare un anno senza raccolto per tornare a seminare più copisamente l’anno successivo.

Oggi sento che il terreno è pronto, per tornare.

Se mi concedete di sbucare dal nulla come quell’amico che non si fa sentire da un po’ ma col quale avete la sensazione di non aver mai perso il legame, vi do un consiglio: siete la cosa più importante che avete.

Prima ancora di fare, abbiate a cuore ciò che siete.

Prima di raccogliere i frutti dei vostri progetti, curate il terriccio interiore: mantenetelo fertile con buone esperienze e ottime relazioni.

Fate amicizia con le vostre fragilità.

Sarete più completi, e le vostre piantine (i progetti di vita) saranno naturalmente più rigogliose.

Cominciamo!”

di Andrea Ciraolo

Andrea Ciraolo … lo conosci?

Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo».

È così che ho provato a vivere la maggior parte della vita.

Ho seguito il flow, ho dato retta al cuore, ce l’ho messa tutta per fare felici le persone che mi circondano. Molte volte non ci sono riuscito.

Ogni giorno, ho dato peso alle cose che contano perché, se alla sera avessi visto la gigantesca scritta GAME OVER, sarebbe stato un peccato non aver fatto almeno due cose:

  • aver detto un ti voglio bene;
  • aver lasciato un segno nel mondo.

Poi però è successa una cosa che non vi aspetterete: ho scoperto che dopo un giorno è probabile ce ne sia un’altro.

Ho scoperto che i ti voglio bene hanno più senso quando sono mattoni di relazioni pensate per restare nel tempo.

Ho scoperto che il solco che lascio nel mondo è più profondo se provo a capire dove voglio arrivare, se traccio un percorso. E mi prendo il tempo di camminare.

Così ho cominciato a vivere ogni giorno come se fosse il primo. Il primo di una serie che mi porterà a fare qualcosa di buono per me e per gli altri.

Con Raffaele Gaito abbiamo progettato una masterclass per creare un sacco di contenuti in poco tempo.

È una buona occasione per guardare lontano, per acquisire una skill che può potenziarvi, che rimarrà nei giorni che ci saranno.

Se volete gridare al mondo i vostri valori, acquisire più clienti o solo divertirvi maledettamente, oggi è l’ultimo giorno per accedere con 100€ di sconto.

È arrivato il momento di darci dentro, come se ci fosse un domani.

A presto,

Andrea

Luci e ombre

“Ma del mio passato,
sappilo, io sono ben consapevole.
Quel che mi è capitato l’ho sventrato,
analizzato,
ne ho fatto un’autopsia freddamente scientifica.
Ho fatto lunghi processi alle mie colpe,
mi sono autoassolta ma poi ho fatto ricorso in appello.
Ho fatto scelte difficili e non le ho sempre fatte solo per me –
ho cercato l’opzione che più mi sembrava giusta,
che raramente era anche la più facile.
Ho fatto sbagli e mi son autocompatita leccandomi le ferite per un po’.
Mi sono odiata,
a fondo,
e sono stata a lungo prigioniera delle mie ombre. Spesso continuo a preferirle alla luce.
Ho imparato a capire cosa voglio e ho imparato a lottare per averlo –
e tutto questo ha avuto un prezzo.
Il mio passato è una mappa spiegazzata,
con macchie di fango e anche un po’ di sangue.
Non è una brochure patinata, è solo quel che è.
Se te lo racconto non è per chiederti soluzioni o compatimenti,
se no andrei da un medico o da un prete.
È solo per spiegarti chi sono, e farti capire come sono arrivata fin qui.”

(Catherine Black)

La poesia di Eduardo De Filippo per la moglie Isabella

“Sto ccà”

Sto ccà, Isabè, sto ccà…
Ch’è, nun me vide?
Già, nun me può vedé…
ma stongo ccà.
Sto mmiez’ ’e libre,
mmiez’ ’e ccarte antiche,
pe’ dint’ ’e tteratore d’ ’o cummò.
Me truove quann’ ’o sole tras’ ’e squinge
se mpizz’ ’e taglio
e appiccia sti ccurnice
ndurate
argiento
grosse e piccerelle
’e lignammo priggiato –
acero
noce
palissandro
mogano –
pareno fenestielle e fenestelle
aperte ncopp’ ’o munno…
Me truove quann’ ’o sole se fa russo
primmo ca se ne scenne aret’ ’e pprete
ndurann’ ’e rame ’e ll’albere
e se mpizza
pe’ mmiez’ ’e fronne,
pe se fa guardà.
Si no, me può truvà, scurato notte,
rint’ a cucina
p’arrangià caccosa:
na puntella ’e furmaggio,
na nzalata…
chellu ppoco
ca te supponta ’o stommeco
e te cucche.
Primmo d’ ’a luce ’e ll’alba
po’
me trouve a ttavulino,
c’ ’a penna mmiez’ ’ ddete
e ll’uocchie ncielo
pensanno a chello ca t’aggio cuntato
e ca nun aggio scritto
e ca
va trova
si nun è stato buono
ca se songo perduto sti penziere
distratte
e stanche d’essere penzate
che corrono pe’ ll’aria nzieme a me.
E si guarde pe’ ll’aria
po’ succedere
ca si ce stanno ’e nnuvole
me truove.
’O viento straccia ’e nnuvole
e comme vene vene,
e può truva ciert’uoccie
ca te guardeno
sott’ ’a na fronta larga larga
e luonga
e ddoje fosse scavate…
’e può truvà.