Vedi che succede, arriva l’estate | parlare a luci spente le finestre spalancate | nelle strade e nei giardini si rincorrono bambini | condannati a non dormire
Vedi che succede, ritorna l’estate | si gonfiano migliaia di lenzuola immacolate | da lontano un temporale si diverte a lampeggiare, | non ti devi spaventare
Credimi se dico che si può precipitare, | come quella stella con la coda che è finita in fondo al mare
Passano stazioni, campagne ombreggiate, | si imparano canzoni per la vita ricordate | nelle notti silenziose profezie miracolose | per potersi addormentare | dentro stanze arroventate giravolte tormentate | per riuscire a respirare
Credimi succede di dover precipitare, | come quella stella luminosa che è caduta in fondo al mare
amore che sarà? che cambierà? | gli occhi al cielo, che si muove | amore che verrà? che novità? | gli occhi al cielo, si commuove
Vedi che succede, finisce l’estate | chilometri di spiagge dall’inverno rivelate | nelle ombre della sera affido al vento una preghiera, | che ti possa accompagnare
Chiamami, se credi di poter precipitare, | cara la mia stella luminosa che scintilla in fondo al mare
amore che sarà? che cambierà? | gli occhi al cielo che si muove | amore che verrà? che novità? | gli occhi al cielo, si commuove
amore che verrà
.:: Pacifico
Category: while being
within my soul
Godot
un’atmosfera di assoluta indolenza e di… attesa di Godot… uscire da questa farsa, gridare per rompere una stasi inutile, cambiare qualcosa o avere il coraggio di mollare tutto…
non è una gran giornata oggi per sentirsi bene…
ma è comunque la mia…
domani è un altro giorno…
Bloggers, siete peggio di Liala!
di Tiziano Scarpa
I diari in rete fanno pena.
Sono autocensura giornaliera in pubblico.
Enormi spazi di espressione libera sprecati a raccontare fuffa.
Nessuno ha il coraggio di descrivere il trauma e la gioia di essere vivi.
…
il risultato reale, dopo che ci siamo familiarizzati con Internet, dopo che abbiamo imparato a mandare e ricevere mail, leggere giornali in rete, usare google e visitare siti porno, è questo: adesso c’è uno sterminato pullulare di io, di diari, di persone spesso anonime, con un nomignolo di copertura, che parlano dei fatti propri, che sputano sentenze su qualsiasi cosa, che dialogano a tu per tu con il Papa, con Bush, con Kafka, che stroncano concerti d’avanguardia e film di cassetta …
…
Miei cari blogger, datevi una scossa. E’ arrivato il momento di fare un salto di qualità, di intensità. Perché non mi raccontate qualcosa che vi costi vergogna, e dolore? Perché vi fermate sempre sulla soglia della camera da letto, come Liala? Sulla soglia del salotto, del bagno, della cucina, sulla soglia dell’aria aperta. Vi fermate sempre sulla soglia di qualcosa! Perché non mi raccontate i vostri conflitti duri, sul lavoro, in famiglia, a scuola?
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Che cosa state combinando? Devo pensare che il blog sia l’ennesima falsificazione? Che sia l’ennesimo meccanismo di rimozione collettiva dei traumi individuali?
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Finalmente esiste un mezzo che vi permette di ritrarre voi stessi senza filtri. Senza controlli. Senza compromessi. Avete in mano la Parola Diretta. Senza mediazioni. Senza mediatori. Approfittatene!
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O voi verbalizzatori del pochissimo! O voi narratori del quasi-niente! Tirate fuori le palle, diaristi, blogger! Tirate fuori i globi oculari dal torpido sacchetto palpebrale del vostro autocompiacimento! O vanagloriosi neoconquistatori di Spazi Liberi Preconfezionati! Cominciate sul serio a dire tutto quello che vedete!
Io vi sfido, diaristi minimisti!
…
Bloggers donne! Mi rivolgo anche a voi. Mi sembra che, a giudicare dai commenti che vi lasciano in fondo ai vostri post, nessuno vi molesti. I tempi sono cambiati. Non è più come all’epoca delle chat, quando ogni desinenza in -a veniva subito assediata, concupita. Buon segno! Ma com’è allora che siete così guardinghe, così lesse? Pestate duro, diamine! Quand’è che vi deciderete a dirla, la vostra verità?
…
Parole nobili, sensate. Ma troppo caute. Troppo moderate. Manca il rischio, l’oltranza, il tuffo nell’abisso, il volo verso l’alto, l’azzardo.
Sembra che proviate sollievo a toccare la scrittura per uscirne ogni volta indenni. Sembra che proviate piacere a stuzzicare il mostro per dirgli: scherzavo.
Avete piantato la tenda nel territorio della tigre, e passate tutto il tempo ad accarezzare gattini.
Forza, piccirilli! Coraggio!
Calendars
My voice today
happy birthday Escher!
Voices from the web (2)
Questo blog comincia con un dolore. Forse come tanti.
Era stato pensato in maniera spensierata, e invece inizia così. Quel dolore che accorcia il tuo respiro, che fa battere il tuo cuore in modo anomalo, che diventa una presenza costante delle tue giornate. Ed è quindi inutile che io inizi parlando di altro, perchè ora come ora è totalizzante.
Lei se n’è andata. Il più diffuso, banale e ripetitivo dei dolori. Ma è il mio adesso, e questo è il mio spazio, e nessuno può dirmi smettila, tirati su, morto un papa se ne fa un
altro, reagisci e così via. Nessuno. A parte la mia co-inquilina ovviamente, con la quale condivido questo spazio in affitto, semiarredato, ancora un po’ spoglio. Mancano i quadri alle pareti, le foto delle persone care, amici da invitare. Ma un passo alla volta.
Nel frattempo vi avverto, mi dovrete soppportare per un po’ (o non sopportarmi affatto), perchè ho intenzione di soffrire per tutto il tempo che sarà necessario.
Perchè lei se n’è andata. Dove sei?
posted by Broono
Voices from the web
Se sapessi quanto mi piacerebbe averti accanto adesso. Qui. Nel letto con me. Ma come potrei spiegarti che la mia voglia oggi è solo di stringerti? Come faccio a spiegarti che mi piacerebbe appoggiare la testa sulle tue gambe senza per questo fare sesso? O magari lo capiresti, ma il rischio che lo faresti solo perché te lo chiedo è così alto che preferisco continuare così. Non ti sto allontanando. Non sto allontanando nessuna delle donne a cui non sto dicendo si. Sto solo accettando il prezzo che si paga quando non si vuole fottere la gente per egoismo. In cambio sto imparando che il valore di una donna è separato dalla sua capacità di soddisfarmi. Tu per esempio per me vali un sacco. Per come sto oggi, se fossimo stati a letto forse oggi non ti avrei nemmeno accanto. E dato che la cosa mi dispiacerebbe, aspetto. Così se domani cambio idea e ti vengo a cercare aggiungeremo solo buono al buono. Se invece cambio idea e me ne vado non ti avrò ferita e continuerò ad averti accanto. Se poi mi capita di appoggiare il viso sulle tue gambe e in quel momento in barba a tutte queste cazzate paranoiche mi viene una incontrollabile voglia di riprovare quel gusto, come posso poi spiegarti che non sono pazzo e che in tutto quello che ho scritto fin’ora ci credo veramente?
No, davvero. Troppo incasinata la mia testa oggi.
Dammi un corpo senza un cervello oppure niente.
…
hai visto mamma come sto diventando maturo ed equilibrato?
Hai visto hai visto hai visto?
Eh?…Eh?…Eh?
posted by Broono
Flower
e forse, a volte, basta un fiore…
Eyes… facts…
sì, le parole sono bellissime… come le favole… ma cosa conta di più di un’azione chiara, diretta o di due occhi che non mentono mai?
Sigur Ros in sottofondo…ancora…
un pianoforte… note… musica nell’aria che mi ricorda quanto sia dolce provare ancora emozioni… le condivido con te, sky, che sei qui con me.. ancora… come sempre… e condivido con te il pensiero che possono esserci cose che ti fanno star male, ma che alla fine diventano importanti… dov’è che mi sono persa? dov’è che ho perso qualcosa? mi manca ancora qualche pezzo del puzzle per poter andare avanti serena… fa caldo in questa stanza… che ne dici se apriamo un po’ la finestra? Mi sembra che ci sia vento lì fuori… vento… le note son sempre più forti… ora la stanza è piena di musica… e ci siamo io e te a condividere un’emozione così intensa…