Ceramica Pinto, fondata a Vietri nel 1850

Azienda

Maestri Pinto: Tecnica Esclusiva e Creatività di Gruppo L'attività produttiva della Fabbrica Pinto si contraddistingue per la ricerca accurata delle procedure artigianali tipiche delle "Faenzere", le botteghe vietresi del Millequattrocento. Tali tecniche sono oggi riapplicate dai Maestri Pinto depositari di un esclusivo metodo di lavorazione relativa alla "macinazione delle sabbie".

Non c'è segreto nel successo della Ceramica Pinto: rispetto delle tradizioni da un lato e adeguamento, nella misura essenziale, ai mutamenti imposti dalle innovazioni tecnologiche dall'altro, sono le componenti principali. La Ceramica Pinto ha sempre ricercato ed utilizzato le migliori materie prime (argille, sabbie, pigmenti, etc.) e le più idonee tecnologie per garantire l'elevata qualità di mattonelle, vasi, piatti.

l'argilla
Ceramica PintoGiuseppe Caputo (a sx) e Gino Adinolfi (a dx) nel 1945 erano gli addetti della Ceramica Pinto alle vasche di decantazione dell'argilla che proveniva dalla vicina Ogliara. Oggi l'argilla arriva in fabbrica in "pani" già pronta per i diversi interventi di formatura.

Il vecchio tornio a pedale (in lavorazione nella foto del 1933 ad opera di V. Solvimene) è stato sostituito dal nuovo tornio elettrico che consente con più facilità la realizzazione delle infinite forme, dalla semplice tazzina da caffè ai più estrosi vasi.

Sono di diversa qualità le argille che vengono utilizzate per formare mattonelle che hanno dimensioni a partire dai 5 cm. Fino a piastre da 1 metro. Sono utilizzati, inoltre, supporti industriali che per la loro perfetta calibratura consentono di realizzare pannelli decorati di qualsiasi forma e dimensione.

Custoditi gelosamente, vengono ancora utilizzati calchi in gesso degli anni '20-30 da cui ricaviamo piastre con soggetti sacri, scene di vita quotidiana, fontane, cornici, animali, etc. Per questi pezzi, in particolare, la lavorazione è tuttora eseguita con la modalità di sempre: esclusivamente con l'abilità delle mani dei nostri artigiani.

lo smalto
Ceramica PintoQuando molti parlano del fascinoso e morbido smalto denominato "Bianco Vietri" richiamano ricette "antiche", formule segrete, misture magiche. Noi diciamo soltanto che il Bianco Vietri era fatto principalmente con silice (sabbia) ed ossidi macinati nei mulini a pietra alimentati dalle acque del fiume Bonea. Nella fabbrica Pinto abbiamo solo sostituito l'energia del fiume con l'energia elettrica, ed i nostri mulini a pietra, gli unici ancora in funzione, continuano a girare, macinando silice ed ossidi.

Tutti gli oggetti in biscotto, di qualsiasi dimensione, vengono smaltati: a mano, o con l'ausilio di pinze, sono immersi ad uno ad uno nello smalto, per ottenere la superficie idonea per la successiva fase di decorazione.

il colore
Ceramica Pinto"... la Ceramica di Vietri conserva la proprietà di fondersi naturalmente, di generare spazio, di rafforzare le connotazioni per semplice impulso di linee, di forme, di colori, di composizioni, di rispondere al sentimento di chi vive e sceglie il piccolo perimetro, spesso solo metaforico, del pèroprio vivere" (Raffaele D'Andria - Prefazione al catalogo della Ceramica Pinto - 1995).

Nella foto del 1934 Vincenzo Pappalardo, seduto alla sua banchetta, decora pezzi della Ceramica Pinto sotto lo sguardo attento di Domenico Palombo e Giovanni Melara, apprendisti pittori, che cercano di cogliere i "segreti del mestiere". Non ci sono idonee scuole professionali a Vietri e dintorni (e le nostre istituzioni se ne vergognano) per avviare ad un lavoro che ancora affascina e gratifica; così ancora oggi sono le fabbriche che, con mille difficoltà, consentono la formazione "sul campo" dei nuovi artigiani. Ancora per quanto?

la cottura
Ceramica PintoE' il settembre del 1958: nella fabbrica Pinto si accende l'ultima fornace a legna. Il mese successivo, con rimpianto, la fornace a tre piani viene demolita. Gli elevati costi di produzione ed i grossi rischi di questo tipo di cottura sono diventati insopportabili ed il vecchio forno viene sacrificato agli inevitabili ammodernamenti del ciclo produttivo.

Il 10 dicembre 1958 nella Ceramica V. Pinto va in produzione il primo forno a tunnel. E' il segnale del passaggio ad una fase più imprenditoriale dell'artigianato ceramico vietrese; infatti poco tempo dopo altre fabbriche, vecchie e nuove, adottano nuovi sistemi di cottura che consentono di affrontare la notevole domanda di mattonelle vietresi che ha caratterizzato i primi anni '60.