Ho sempre l’impressione di non riuscire a fermare le emozioni. E di riportarle su carta. Così come vengono. O così come son venute. Di non riuscire a descrivere i momenti così come li sto vivendo. O come li ho vissuti. E i pensieri che si affollano e le persone che incontro. Le facce. Che vedo e che immagino.
Ho voglia di continuare a crederci. Sì, lo so, richiede un gran sforzo e tanta volontà. Ma ho voglia di farlo. Spesso non ci sono. Con la testa intendo. E le mani vanno da sole. Su questo foglio bianco.
Vorrei lasciar fare alle foto: hanno un senso della sintesi sicuramente migliore. Io non saprei arrivare a tanto. Una sorta di protesi comunicativa, che guida l’espressione. L’esserci. La presenza.
Come sfiorare il mondo e fare finta di esserci. In fondo anche l’occhio è una presenza. Un punto di vista. Un’angolazione. Fugace.
Che imprigiona piccole frazioni di secondo. Può essere una violenza? In fondo è come strappare un foglio. In fondo è come prendere solo una parte del tutto. E’ una scelta che implica rinunce e contraddizioni. A volte rimpianti.
Dove sei?