A maggese

“Io sto molto bene, grazie. Gli ultimi dodici mesi sono stati forse i più complicati della mia vita.

Ho affrontato cose importanti, ho pianto, gioito e tutte quelle cose lì che fate voi persone compatibili con la società civile.

Tutto questo mi ha reso una persona più vulnerabile e per questo più completa. Ha anche drenato le mie energie costringendomi a ridurre le cose online al minimo indispensabile, inclusa questa newsletter che è passata in secondo piano.

La mia psico dice che sono stato a maggese.

Dice che ho lasciato riposare il terreno perché tornasse fertile.

Dice che a volte è necessario – quando la terra si inaridisce – restare un anno senza raccolto per tornare a seminare più copisamente l’anno successivo.

Oggi sento che il terreno è pronto, per tornare.

Se mi concedete di sbucare dal nulla come quell’amico che non si fa sentire da un po’ ma col quale avete la sensazione di non aver mai perso il legame, vi do un consiglio: siete la cosa più importante che avete.

Prima ancora di fare, abbiate a cuore ciò che siete.

Prima di raccogliere i frutti dei vostri progetti, curate il terriccio interiore: mantenetelo fertile con buone esperienze e ottime relazioni.

Fate amicizia con le vostre fragilità.

Sarete più completi, e le vostre piantine (i progetti di vita) saranno naturalmente più rigogliose.

Cominciamo!”

di Andrea Ciraolo