Dovrei… dovrebbe…

usò il condizionale due volte. Mi chiesi se quel “dovrei” fosse un’altra malattia di noi donne. Volevamo figli e lune di miele perfette oppure pensavamo che avremmo dovuto avere figli e lune di miele perfette? Come si può separare ciò che si può da ciò che si deve fare? Ecco un pensiero allarmante. Non è una pressione che viene dall’esterno, ma sembra provenire da dentro. Perchè ci martelliamo sempre con quei “dovrei”?

The biggest mistakes made by web design companies

If in doubt, keep it simple. While some people might like the purple-on-orange combination, it certainly won’t be to everyone’s tastes.
Make sure your site works. I’ve seen plenty of websites that don’t work in my browser of choice (FireFox).
Don’t overdesign your website
The royal “we” Be honest with your clients. If you’re a sole web developer, don’t tell them otherwise
Stock imagery clichés (clouds, fish, sapling metaphors, …)
Dodgy portfoliosA good portfolio needs to consist of as many decent, working, live sites as possible. Quantity is also important in a good portfolio – one or two sites given implies a lack of experience. Any more than 10 examples are probably wasted, but a good number of quality sites will help to increase your visibility. Don’t feel tempted to include lower quality sites in your portfolio just to bulk out the numbers, though – one bad site can cheapen the rest.
Over-use of technical terms

.:: Stuart Brown
Flash intros

Manuali e dintorni

perchè poi ci sono i manuali, le riviste, le guide, le cassette, i vari tip, i poster… ma quelli non ti insegnano mica come si fa??? In classe, intendo, dove 20 o più mocciosi ne hanno poca di voglia di starsene in silenzio ad ascoltare, dove bisogna studiarle tutte le scappatoie per tenerli in silenzio con il popò sulla sedia, dove non c’è teoria che tenga, psicologica o sociologica che sia. Dove siamo soli, soli tra i leoni affamati (e di certo non di sapere), soli a scontrarci con le lacrime, le paure, le timidezze, le incertezze, le esuberanze, il bullismo, le manie di protagonismo, la sola voglia di tornare dalla mamma… ma siamo lì, e dobbiamo esserci, per loro, per la nuova generazione, per coloro ai quali speriamo di insegnare qualcosa di buono o, almeno, di dare quel briciolo di speranza che noi stessi abbiamo dimenticato in qualche quaderno ormai perso…