Il cliente ha sempre ragione

“Nooooo!!!” il giallo canarino sparisce nel nero profondo di una notte buia e tempestosa. Ho appena rovesciato il buon caffè Illy sulla bozza grafica da consegnare al cliente. Dovrò farne un’altra stampa. Ed il capo non aprrezzerà di certo tanto spreco di inchiostro.
“Terry! Dove sono i fogli?”
“Te l’ho detto una marea di volte. Li trovi nel terzo scaffale sulla destra!”
“Non ci arrivo lì!”
“Vengo!”
Pausa caffè terminata, ritorno alla bozza grafica. L’appuntamento è fissato per le 15.30 ed io ho sprecato tutta la pausa pranzo a stampare bozze con quella maledetta Epson che sputa fuori colori indecenti. Sarò per caso daltonica? Una bufera di tinte strane, danza di colori, magma incandescente di rossi, blu, verdi, red, green, blu, RGB.. la festa è finita… “Il cliente ha sempre ragione” mi ripeto mentre aggiusto il colletto della camicia e preparo la mano per il saluto.
“Sì, il cliente ha sempre ragione” continuo a ripetermi mentre mi avvicno alla sagoma informe. Il Signor T allunga la mano.
“Salve” il mio slauto cordiale
“Buongiorno” il suo saluto freddo e presegue “Si accomodi” sempre più gelidamente
“Ho portato con me la proposta grafica. Può visionarla sia su carta che a monitor”
Mi porge nuovamente la mano, questa volta per afferrare bruscamente quella festa di colori che la Epson ha sparato senza pietà. Stringe con forza i fogli che si piegano come petali. Dà un’occhiata veloce.
“Questo giallo è troppo forte, la foto troppo sbiadita, il limone sembra un’arancia, il testo non si legge, la linea sulla destra è troppo a destra”
“Ma quella deve essere un’arancia ed il giallo è quello di un limone che contrasta con l’arancione dell’arancia. Il testo è nero su bianco come dettano le buone regole sull’usabilità e la linea sulla destra bilancia quella sulla sinistra” è tutto quello che vorrei dire per difendere il mio capolavoro, frutto di due notti insonni, ma… mi ferma alla seconda sillaba senza nessuna pietà.
“Ci vediamo mercoledì per la seconda proposta”
“Il cliente ha sempre ragione” continuo a ripetermi in testa, contando fino a dieci ed emettendo un flebile “D’accordo, a mercoledì allora”
Mi tende la mano, quella destra, quella che pochi minuti prima aveva strpicciato la mia arte.
“Il cliente ha sempre ragione” continuo a ripetere in mente come una filastrocca ormai scaduta…