Dov’è il tempo?

fine di un’altra giornata. Una stanchezza indescrivibile. Solo la voglia di parlare con te. La luce traballante di una candela e la voce dei Coldplay che mi riempie la stanza. Dove sei? Continuo a cercarti, nella mente, nei pensieri, continuo a scavare…
Cosa darei per essere in grado di aiutare “veramente” qualcuno. Soprattutto in questo momento. Così assurdo. Ed è proprio così, succede con le persone più care. A quelle più vicine, a quelle che più amiamo. Ci troviamo nell’impossibilità di fare qualcosa per loro. Ma possiamo provare… ascoltare e non dir niente, solo ascoltare… E questa volta me ne starò in silenzio…
vorrei un po’ di tempo per scattare le mie foto… ma dov’è… il tempo? Vorrei un po’ di tempo per leggere, guardare “Friends”, giocare a carte, guardare vecchie foto, leggere vecchi biglietti conservati nel cassetto, per ridere di più, più forte, visitare 100 e 1000 siti, per imparare a disegnare, fare paracadutismo, un giro in moto, un giro lunghissimo in macchina, andare a trovare un amico lontano, cambiare il colore dei capelli, e volendo anche quello degli occhi, imparare a suonare il piano, o la tromba, tempo per pensare meno ed agire di più… e dire quello che non ho mai detto e fare quello che non ho mai fatto… aspetto l’onda…

Il video che uccide

…e poi a casa non hai molta voglia di spegnere la luce. Ti porti a casa uno strano video, lo vedi sulla tua tv. La sera stessa ricevi una telefonata. Una voce ti dice che morirai tra 7 giorni esatti. Una settimana dopo il presagio si avvera e muori. The Ring…

Horror

sarebbe carino essere di nuovo giovani da vecchi, con tutte le esperienze che ti hanno insegnato cose ma con lo spirito ed il corpo di un ventenne. Sarebbe un paradosso, ma carino. Affronterei le cose con maturità ed allo stesso tempo con quel pizzico di incoscienza che è tipico di un adolescente. Ma la cosa sembra alquanto inconciliabile. E allora ho detto un mare di cavolate!!!

Stamane mi sento un tantino di cattivo umore. Un sogno che non riesco a ricordare, l’e-mail di un amico deluso (“ormai credo molto di più nell’amicizia che nell’affetto verso una persona”), l’Ultimo Bacio per la sesta volta (ed è sempre più forte), il telefono silenzioso, la programmazione-questo-mostro che mi attende, una festa di Carnevale inutile…
ma stasera me ne vado al cinema: un bel film horror a schermo esagerato e ti passa la voglia di pensare!!!

Il teorema della Mucca Nuova

Domenica pomeriggio: videocassetta con amici…
“Qualcuno come te” è tratto dal un romanzo “Il teorema della mucca nuova” di Laura Zigman, pubblicato anche in Italia.
Il teorema della mucca nuova postula, prendendo spunto dall’osservazione del comportamento dei tori da monta, che il maschio, sia egli uomo o toro, dopo un certo numero di accoppiamenti si stufa della propria femmina, sia ella donna o mucca, mettendosi all’affannosa ricerca di un’altra compagna, la mucca nuova per l’appunto.
In “Qualcuno come te”, Jane, interpretata da una bravissima Ashley Judd (“Il collezionista”, “Colpevole d’innocenza”) si innamora del collega Ray (Greg Kinnear, “Qualcosa è cambiato”) che inizialmente sembra ricambiare tale amore. Ma, fatalmente, il teorema della mucca nuova si compie: Ray la molla, o meglio svicola pian piano senza dare alcuna spiegazione sulla rottura della relazione.

Un prisma

come sto? Come mi sento oggi? Dopo una serata con amici a bere qualcosa, a passeggiare sul mare e a dirci cose. E dopo una mattinata in macchina. Da sola. Una strada lunga. E larga. Tanto tempo per pensare, per riflettere in silenzio. Finalmente. Quanto vorrei fare un viaggio, lontano da qui e lontano da me stessa. Essere in ferie da me stessa. “Bellissimo” come direbbe un amico “Bellissimo”… ho perso qualcosa e forse non ne ho neanche capito il perchè. Triste. E mentre andavo, in macchina da sola, e riflettevo……………..

ora me ne sto davanti a questo schermo, pagina bianca, in attesa di un tè. Tra un’ora saranno le cinque ed io mi sento un tantino inglese in questa consuetudine della Domenica pomeriggio. Il mio schermo: un rifugio. E tu, amico inesistente: una protezione. Sto leggendo molto: un libro è un rifugio sicuro, un viaggio improvviso e mai scontato. Credi che si possa essere felici a metà? Vivere in equilibrio. Esiste secondo te una via di mezzo? Non parlo di un compromesso, ma di qualcosa che ci renda felici senza forti rinunce! Credi che sia possibile? Vorrei un’alternativa.
C’è una frase che mi rimbomba dentro e continua ad esserci come un disco incantato… guardare le cose in una sola ottica? non è da me… una persona una volta mi ha regalato un prisma… mille sfaccettature… mille prospettive diverse… credo di aver imparato, o almeno ci provo. Il mio palcoscenico? Il centro dell’universo? Ci salgo quando ho voglia di farlo… per il resto, mi trovi tra gli altri… è lì che sto seduta…

Coppie leggere & amori flessibili (di Mara Accettura)

Le statistiche segnalano: tra qualche anno in Europa il numero dei single sorpasserà quello delle famiglie. Bilancio di un gruppo sociale al potere. Che immagina la vita in due come un contratto a termine.

Gli inglesi hanno coniato il termine Smc, semi-detached couple, coppie nirvana dove si sta con qualcuno ma si vive per conto proprio. Relazioni in cui si è in tre, io, te e, in ultima analisi, noi. Single ma insieme. A riscrivere lo script della famiglia. In tempi di precarietà, decremento di matrimoni, aumento di divorzi e convivenze seriali, l’amore è un contratto a termine che nasce con data di scadenza attaccata. “Viviamo in una società-Singleton” spiega il sociologo Frank Furedi “dove le persone fanno scelte individuali, si è meno condizionati a sposarsi e più a inseguire una carriera. Le relazioni diventano quindi meno cruciali”. Il single dunque è diventata una categoria esistenziale. Vivere da soli è diventato uno stile di vita desiderabile e intelligente, non più sinonimo di solitudine ma di autonomia economica e affettiva. Dice il protagonista dell’ultimo libro di Frédéric Beigbeder -L’amore dura tre anni- :”La nostra generazione è troppo superficiale per il matrimonio. Ci si sposa come si va al Mc Donald’s. Poi, si fa zapping. Come vorreste che si restasse tutta la vita con la stessa persona nella società dello zapping generalizzato? In tempi in cui le star, gli uomini politici, le arti, i sessi, le religioni sono più intercambiabili che mai, perchè il sentimento amoroso dovrebbe fare eccezione alla schizofrenia generale?”.
Si interrompe il rapporto quando bisogno o desiderio si esauriscono. Dalla passione alla tenerezza alla noia. E alla fine si ricomincia il ciclo come in una specie di samsara o di serial televisivo. Nella società individualizzata la paura di perdersi regna sovrana. Per i nuovi single la difesa degli spazi personali diventa nevrotica. Secondo Furedi ha esacerbato il conflitto d’interessi e ha avuto un impatto distruttivo sull’impegno e sull’intimità. Indebolendo le basi per un rapporto che dura. La flessibilità è passata dal mondo del lavoro ai rapporti con gli altri. Insomma, in una cultura che non legittima impegno e durata, l’unica storia d’amore posibile è quella con se stessi. “I nuovi single? Io li chiamo immacolate concezioni” continua Galimberti “sospesi da terra per non sporcarsi nel fango di una storia. Il sesso non ha passato nè futuro. In rapporti così non si costruisce nessuna biografia”. “Il sesso” scrive Bauman “può essere tranquillamente racchiuso nella cornice di un episodio: non lascia solchi profondi sul volto perennemente curato e garantisce che la libertà di sperimentare non verrà in alcun modo limitata”.

Any comment? I don’t think so…

into the nighttime

i silenzi sono, invece, più difficili da ascoltare. E da capire. A volte dicono tanto, ma spesso non dicono proprio niente.
Credi che sia veramente così? Che dovrei sforzarmi di dare un senso anche a quelli? Che dovrei sforzarmi di guardare le cose in una prospettiva diversa? Forse imparerò.
The street bears no relief | when everybody’s fighting | the street bears no relief | with light so hot and binding | i run the stairs away | and walk into the nighttime | the sadness flows like water | and washes down the heartache | and washes down the heartache [moby – harbour ]